“Ma quanta arroganza si spreca, per quali mediocri orizzonti”, vale tutta la canzone, ma che dico, vale l’intera carriera musicale dei Subsonica, diciamo che questo verso Ungarettiano è la loro “M’illumino d’immenso”. E’ la storia della società dagli anni ’90 ad oggi, in un continuo crescendo nel ricorrere all’arroganza come forma di comunicazione disassertiva, con finalità quasi sempre, se non sempre, discutibili e nefaste. Ricordo che ebbi la fortuna di ascoltare dal vivo questa canzone in un’edizione di “Ferrara Sotto Le Stelle” nella pittoresca cornice del castello estense e forse è stato esattamente in quel momento in cui ho elaborato il lutto di un sistema che continua a muoversi per inerzia da decomposizione ed ora, mentre fuori riecheggiano i tuoni di “un giorno di pioggia”, ritrovo quel “senso di vaga impotenza” che si prova nel vedere passare per strada “l’insipido blu polizia”. Questa poesia cantata è una traccia indelebile nelle cronache di questi tempi sbiaditi dall’ignoranza ristagnante ed io l’ascolto come il malinconico cinguettare degli uccelli alle prime luci dell’alba. M’acustico d’immenso.
Preso Blu
Per quali mediocri orizzonti
Il senso di vaga impotenza
Di un giorno di pioggia
Al gusto di pioggia
In giorni di pioggia
Confonde l’ amaro tra I denti
L’insipido blu polizia
Di un giorno di pioggia
Al gusto di pioggia
In giorni di pioggia
Se ti chiedo dove sei
Ti nascondi dove sei
Inchiodano il silenzio tra noi due disordine interiore
Ma ordine nel paese prigioni tribunali cellulari o
Forse chiese, paura della morte, paura della vita
Paura che la vita sfuggendo tra le dita
Paura che diversa sarebbe anche possibile
Paura del diverso paura del possibile
La rabbia delle tue certezze
Perché non ci provi ad arrenderti
A un giorno di pioggia
Al gusto di pioggia
In anni di pioggia