La torre di Babele che crolla lasciando spiazzati, frastornati, confusi, scioccati. E che mette davanti ad un bivio: da una parte ricostruire una torre ancora più alta, dall’altra pensare che in fondo, scendere è l’unica strada per arrivare in cima alla vita. Filippo si è trovato davanti a questa biforcazione pochi mesi fa ed ha scelto il secondo percorso. Non conosco così a fondo la persona Marianna Bindi, ma la poetessa ha un evidente ed inestimabile talento impresso su fogli mischiati a bollette e volantini del supermercato, in files obsoleti tramortiti dentro chiavette in ripostigli angusti, versi annotati sul retro di scontrini poi accartocciati e gettati nella spazzatura. Disperdere i suoi pensieri, che sono oggettivamente un patrimonio intellettuale di tutto rispetto, lo ritengo veramente un peccato imperdonabile e sto cercando, grazie soprattutto alla sua disponibilità, di ricostruire un archivio delle sue visionarie composizioni. Questa memorabile “La Torre” è solo un succulento antipasto alla nostra prima collaborazione (come promesso qualche giorno fa) in written word improvvisata tramite chat che ha dato alla luce “Kryptonite”, in rampa di lancio su Le Mie Cose domani mattina alle 8:30. Ed è solo l’inizio della nostra ascendente discesa… (Filippo Fenara)
La Torre
Un torrione
che si acchiocciola
dagli inferi al cielo.
Una scalinata
di concatenazioni
e di note a margine
di un dispiacere.
S’apre un varco
nella torbida notte di scuse:
sono io che m’arrampico
e che m’inerpico
aggrappata
a un passamano.