Nel Febbraio del 2zero19 elaborai questi lemmi, passando per Utrecht:
Utrecht
Beige che sfila dai finestrini,
nel medio dell’affronto di due orizzonti,
che foglie riposano ai piedi della Madre
in un cielo grigio come le sue iridi.
Beige che sfila dai finestrini,
nel medio dell’affronto di due orizzonti,
che foglie riposano ai piedi della Madre
il tuo biondo ampolloso m’agonizza.
Stazioni equivalenti nel calvario del ritorno,
pensieri inficiati dal subliminale ricordo di noi
in un tetris di complicità.
Dove, cosa, ora?
Mi spaventa l’ansimante respiro della solitudine
che impregna i muri di rimpianti,
i visi di rughe saettanti
gli occhi di neve d’estate
e Utrecht del suo profumo.
Tegole obbedienti allineate
su tetti acuti e austeri.
Azimuth dei miei pensieri.
Silenziosi canali sui quali ci specchiammo
trascinano i nostri volti
attraverso gli orizzonti divisi
dei feroci litorali del nord.
© 2zero19 – lemiecosepuntonet
Nel 2 + 0 = 2 – 0 sono di nuovo qui, l’assolo è il seguente:
Utrecht (reprise)
Schiaffi di vento gelido
Limano il mio passeggio,
Lampeggianti bianchi e rossi
Si annusano le terga.
Questa volta sono io l’intruso,
Fotogrammi in dissolvenza;
Sotto il Dom incaprettato
Sferraglianti cavallette di metallo.
Ha tutt’altro sapore la suola di cuoio sulla ghiaia
Mentre t’aggiusti i gemelli dei polsini,
L’orologio era fermo sulle sei e sessanta
L’ora dei carillons imbottiti di tritolo,
il tempo di partire per ritornarsi,
Il tempo di addestrarsi all’ingiusto
Su canali fendenti la civitas
Sotto aloni di cielo tortora.
© 2 + 0 = 2 – 0 / lemiecosepuntonet